In questo articolo andremo ad approfondire uno degli esami medici radiologici più diffusi: la Risonanza Magnetica.
Prima di vedere cos’è, come funziona, ecc.. è importante specificare che Risonanza Magnetica (RM) è l’espressione più utilizzata per definire l’esame, ma la definizione più completa per definire la procedura diagnostica sarebbe “Risonanza Magnetica Nucleare”, in sigla “RMN” (Risonanza Magnetica, RM, Risonanza Magnetica Nucleare e RMN sono comunque, a livello medico, sinonimi).
Che cos’è la Risonanza Magnetica
La Risonanza Magnetica è una tecnica diagnostica radiologica che si basa sull’utilizzo di un campo magnetico e di onde elettromagnetiche a radiofrequenza.
Con la risonanza magnetica possono essere visualizzate molte malattie e alterazioni degli organi interni. Tramite questa tecnica infatti sono ben visualizzabili i tessuti molli ed è possibile distinguere le diverse tipologie dei tessuti, cosa non sempre attuabile con altre tecniche radiologiche.
Quando e perché si esegue la Risonanza Magnetica
La Risonanza Magnetica rappresenta la più moderna metodica di diagnostica per immagini attualmente disponibile e può essere usata per la diagnosi di una grande varietà di patologie che coinvolgano organi e tessuti del corpo.
La RM è utile ad esempio nello studio delle malattie del cervello e della colonna vertebrale, della regione addominale e delle pelvi, dei grossi vasi quali l’aorta e dell’apparato muscolo-scheletrico.
È particolarmente utile per lo studio dei tessuti molli (muscoli, vasi sanguigni, fegato, legamenti, sistema nervoso, cuore e tutti gli organi interni, mammella), poichè ricchi di acqua e quindi di atomi di idrogeno, mentre è meno indicata per l’esame delle strutture anatomiche carenti di acqua come ad esempio le ossa.
Gli organi studiati con la Risonanza Magnetica
Gli organi che più si prestano ad essere studiati con la Risonanza Magnetica sono quelli che compongono il sistema nervoso centrale (cervello, cervelletto, midollo spinale) nei quali questo esame permette la diagnosi di malformazioni congenite, di malattie su base vascolare, di tumori e di patologie degenerative.
Altre importanti applicazioni diagnostiche sono rappresentate dalle studio di patologie dell’apparato muscolo-scheletrico (in particolare nello studio della colonna vertebrale, delle articolazioni e dei legamenti), dalle malattie degli organi viscerali (fegato e vie biliari, pancreas, reni, ghiandole surrenali), del cuore (malattie del pericardio, alcune patologie delle camere cardiache) e dei vasi sanguigni (per esempio, nelle malattie congenite e acquisite dell’aorta toracica).
La RM della mammella non sostituisce la mammografia o l’ecografia, ma può essere talvolta utilizzata come indagine supplementare nella diagnosi e/o stadiazione del tumore della mammella.
Come si esegue la Risonanza Magnetica
1) Il paziente viene fatto posizionare supino (a pancia in alto) su un lettino e quando necessario ai fini della buona riuscita dell’indagine, potranno essere collocate all’esterno del corpo le “bobine di superficie” (a forma di caschetto, a fascia, a piastra, ecc.) progettate in modo da essere perfettamente adattate alla regione corporea da studiare; l’applicazione di queste ‘bobine’ non provoca alcun disagio.
2) Il paziente viene introdotto nella macchina di RM, un tubo sufficientemente largo e confortevole, aperto alle due estremità ed allo stesso sarà consentito di comunicare tramite interfono con il personale incaricato di condurre l’esame.
3) Nell’apparecchio il paziente subisce l’irradiazione da un campo magnetico ad elevata intensità ed allo stesso viene richiesto di rimanere immobile per tutta la durata dell’esame.
4) Durante l’esame, le forze generate nel campo magnetico fanno allineare i campi delle molecole del corpo del paziente alla direzione del campo esterno, alterando temporaneamente i nuclei che, quando le onde vengono interrotte, ritornano alla normalità, emettendo dei segnali.
5) I segnali vengono poi trasmessi ad un computer che li elabora fornendo immagini tridimensionali.
6) I tessuti esaminati si presentano di colore chiaro in presenza di acqua, a causa dell’abbondante presenza di atomi di idrogeno (elemento principale costituente dei tessuti biologici) e scuri se la loro presenza è scarsa.
7) Se le immagini vengono acquisite in serie temporale, permetteranno anche la produzione di filmati, ad esempio dei movimenti del cuore o della concentrazione di mezzo di contrasto nei tessuti.
La Risonanza Magnetica fa male?
Durata media di una Risonanza Magnetica
Al termine dell’indagine il paziente può di norma tornare a casa senza particolari problemi.
La Risonanza Magnetica con mezzo di contrasto
Durante la risonanza magnetica, se il medico radiologo lo riterrà opportuno ed in presenza di alcune patologie che lo richiedono, potrà essere iniettato per via endovenosa una quantità variabile di mezzo di contrasto.
Nella Risonanza Magnetica diversamente da altre indagini radiologiche (quali l’angiografia o la TAC) la quantità di mezzo di contrasto necessaria è piuttosto modesta (circa 10-20 ml).
L’uso del mezzo di contrasto non comporta effetti collaterali, se non casi di reazione allergica.
La Risonanza Magnetica Aperta
Va sottolineato però che la risonanza magnetica aperta fornisce immagini meno particolareggiate rispetto alla risonanza magnetica classica; ciò la rende poco adatta allo studio delle parti del corpo particolarmente complesse.

Chi esegue la Risonanza Magnetica e chi la referta?
Il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (TSRM) è l’operatore professionale che esegue la Risonanza Magnetica.
Il TSRM posiziona il paziente ed è sempre presente durante l’esame; controlla la situazione, fornisce indicazioni e supporto al paziente e svolge l’indagine in base alla parte corporea da studiare ed alle indicazioni del richiedente.
Il Medico Radiologo esamina dati ed immagini acquisite dal Tecnico Sanitario di Radiologia Medica durante la Risonanza Magnetica (RM) e stila il referto, la cosiddetta “risposta”.
Controindicazioni alla Risonanza Magnetica
La Risonanza Magnetica non è indicata per le pazienti in gravidanza, i portatori di pace-maker, alcuni tipi di valvole cardiache, protesi metalliche o dotate di circuiti elettronici e preparati metallici posizionati in prossimità di organi vitali.
È importante inoltre sapere che la Risonanza Magnetica non è sempre l’esame migliore; ci sono casi in cui la RM e la TAC hanno risultati sovrapponibili e casi in cui la TAC è preferibile.
Costo della Risonanza Magnetica
Prima di parlare di prezzi relativi alla risonanza magnetica, è importante sapere che questo esame può essere eseguito in ogni struttura ospedaliera o privata convenzionata con il sistema sanitario nazionale, possedendo però giustificata prescrizione da parte di un medico specialista o del medico curante.
Costo in centro non convenzionato
Se invece si decide di effettuare una risonanza magnetica presso uno studio privato (ossia non convenzionato con il sistema sanitario nazionale), i costi dell’esame variano in base a due fattori: lo studio medico a cui vi rivolgete e la tipologia di esame da effettuare.
Indicativamente i prezzi partono dai 100 euro e non superano i 500 euro a meno che non ci siano particolari complicazioni o che non venga richiesto di fare una risonanza magnetica con contrasto: in questo caso il costo può anche arrivare a 1000 euro.
Vediamo nello specifico le fasce di prezzo (indicative) per alcune zone corporee:
- Costo risonanza magnetica colonna vertebrale: dai 150 ai 250 euro;
- Costo risonanza magnetica encefalo: dai 100 ai 250 euro;
- Costo risonanza magnetica colonna cervicale: dai 100 ai 250 euro;
- Costo risonanza magnetica articolazione spalla: dai 150 ai 250 euro;
- Costo risonanza magnetica articolazione braccio: dai 150 ai 250 euro;
- Costo risonanza magnetica articolazione ginocchio: dai 250 ai 400 euro;
- Costo risonanza magnetica articolazione caviglia: dai 250 ai 400 euro;








