Gli eosinofili o granulociti eosinofili sono un tipo di globuli bianchi caratterizzati da un citoplasma particolarmente ricco di granuli. Si presentano con un tipico colore rosso-arancio dovuto alla capacità dei granuli di legarsi all’eosina, un colorante che viene utilizzato per la colorazione del citoplasma.
Hanno una forma rotondeggiante le cui dimensioni sono comprese tra 10 ed i 14 nanometri con un nucleo costituito da due lobi uniti tra loro da un sottile legamento di cromatina. Rappresentano il 2-4% dei globuli bianchi ed hanno funzione di difesa dell’organismo in caso di infestazione da parassiti o in caso di allergia.
Eosinofili (o granulociti eosinofili): cosa sono?
Il nome dei granulociti eosinofili deriva dal fatto che il loro citoplasma è ricco di granuli che si colorano di rosso-arancio quando entrano in contatto con l’eosina, un particolare tipo di colorante utilizzato in istologia per evidenziare il citoplasma.
Gli eosinofili sono particolarmente concentrati nel tessuto connettivo cutaneo e sulle mucose dell’apparato respiratorio e digerente perché questi sono i tessuti maggiormente esposti all’azione nociva degli agenti esterni.
Per la loro capacità di attaccare i parassiti vengono fatti rientrare insieme ai linfociti Tc nel gruppo dei leucociti cito-tossici grazie al rilascio di sostanze ossidanti e di enzimi tossici contenuti nei granuli del citoplasma. Si tratta di leucociti polimorfonucleati con un nucleo irregolare e bilobato e con un citoplasma ricco di granuli, contenenti molte sostanze chimiche che intervengono nelle varie reazioni di difesa e in particolar modo nelle reazioni allergiche e negli stati infiammatori.
Gli eosinofili che rappresentano il secondo gruppo di leucociti presenti nel sangue svolgono una funzione di fagocitosi ed in presenza di parassiti che non possono essere inglobati a causa delle loro dimensioni, agiscono semplicemente attaccandoli e danneggiandoli. Infatti si legano al corpo estraneo e lo distruggono grazie all’azione delle sostanze tossiche prodotte dai granuli del citoplasma,
Intervengono inoltre in presenza di batteri intracellulari o in caso di reazioni allergiche, dove agiscono degradando l’istamina ed i leucotrieni prodotti dai mastociti e responsabili di vasocostrizione e broncocostrizione.
Valori normali degli eosinofili
Inoltre anche la presenza di uno stato patologico e allergico può causare una variazione della concentrazione dei granulociti eosinofili con conseguente eosinofilia nel caso di aumento o eosinopenia in caso di riduzione di queste cellule.
Eosinofili alti (Eosinofilia) cosa significa?
La diagnosi di eosinofili alti viene fatta con un emocromo su un campione di sangue periferico secondo una formula che consiste nella conta dei globuli bianchi/ nano-litro per la percentuale di eosinofili che dà come risultato il numero degli eosinofili su nano-litro.
Oltre all’emocromo è importante anche l’esame delle feci per evidenziare l’eventuale presenza di uova di parassiti ed un’accurata anamnesi per valutare tutte le possibili cause che possano aver determinato un aumento dei granulociti eosinofili.
Quali sono le cause dell’ Eosinofilia?
Un aumento degli eosinofili o eosinofilia può verificarsi in caso di alcune forme allergiche come la febbre da fieno o l’asma allergica oppure in presenza di infestazioni da parassiti come la toxoplasmosi, la malaria o l’amebiasi.
Altro cause di eosinofilia possono essere le dermatiti allergiche, i disordini auto-immuni, alcuni tipi di vasculite e l’ipersensibilità ad alcuni farmaci associata ad un aumento delle IgE. Una reazione eosinofila può verificarsi anche in caso di patologie neo-plastiche come il morbo di Hodgking o le leucemie acute, le neoplasie gastriche e polmonari ed il cancro dell’ovaio.
L’eosinofilia in rapporto alla causa scatenante può essere di vario tipo. Si parla di eosinofilia primaria quando è associata a disturbi ematologici, secondaria quando dipende da malattie non ematologiche ed infine idiopatica quando non è possibile definire la sua causa scatenante.
Quali sono i sintomi degli eosinofili alti?
In caso di asma quindi avremo tosse secca e difficoltà respiratorie, in caso di infestazione da parassiti l’eosinofilia si manifesterà con dolori addominali, febbre, nausea e diarrea, o ancora in caso di reazione allergiche ai farmaci o ad altri agenti si avrà prurito, comparsa di eruzioni cutanee che possono piuttosto diffuse o localizzate su alcune zone del corpo.
Nel caso dell’eosinofilia idiopatica in cui non si conosce la vera causa scatenante i sintomi possono essere diversi e possono manifestarsi con aumento delle dimensioni del fegato e della milza, gonfiore alle caviglie, difficoltà respiratorie o eruzioni cutanee.
Eosinofili alti, cosa fare?
In caso di allergie o infezioni parassitarie il medico potrebbe richiedere test allergici o esami delle feci per individuare l’agente scatenante e prescrivere una terapia mirata per ridurre per ridurre i sintomi dell’eosinofilia.
Eosinofili alti: cosa mangiare?
Quando vi è il riscontro di un aumentato numero di eosinofili si può dunque ipotizzare che la causa possa essere alimentare e procedere con degli accertamenti specifici per confermare o escludere questa ipotesi. Nel caso in cui vengano individuati specifici alimenti verso i quali si è intolleranti, sarà sufficiente rimuoverli dalla propria dieta alimentare per evitare che si verifichi nuovamente un incremento degli eosinofili.
Eosinofili alti nei bambini
Eosinofili alti in gravidanza
Nel caso in cui il rialzo del valore dovesse perdurare nel tempo o dovesse essere significativo, il consiglio è di programmare insieme al proprio medico di famiglia degli accertamenti per individuare la causa. Tra le cause da escludere vi è la toxoplasmosi, patologia da escludere perchè durante la gestazione può avere un impatto fortemente negativo sullo sviluppo del feto, portando alla comparsa di malformazioni o nei casi più gravi all’aborto.
Se è vero dunque che spesso gli eosinofili alti in gravidanza non sono una condizione pericolosa, è pur vero che un aumento della loro conta non deve essere sottovalutato. Il suggerimento è di fare sempre riferimento al proprio medico per ricevere suggerimenti scientifici.





